Editoria

LIBRI fOTOGRAFICI

VALCELLINA
gente di montagna

Sono immagini di vita, che Lorenzi ha comunque respirato, nell’aria stessa della sua gioventù trascorsa in Valcellina, come un polline naturale, spontaneo: e inebriante, a saperlo avvertire, assaporare e infiltrare nelle vele, come linfa però, e non droga di nostalgia, di rinuncia. Le atmosfera di quella terra hanno cominciato presto a fissarsi negli occhi, proprio negli occhi di Ruggero Lorenzi, con cadenze che si sono fatte emblematiche mano a mano che il suo immaginario le ha impresse nella coscienza, al di là della contingenza esistenziale; quindi ha cercato di definire queste apparizioni con il congeniale click della fotografia, che ben presto è divenuta una autentica esigenza di riflessione, di espressione, di narrazione…Il suo singulto romantico si appella evidentemente (senza pudori, perché per Lorenzi è una scelta spontanea, ineluttabile) alle istanze del neorealismo storico, che in fotografia significò denuncia sociologica, oltre che presa di coscienza di una condizione di vita…E’ incantevole il candore di Ruggero Lorenzi, nel riproporre, a trent’anni di distanza, l’entusiasmo della fotografia neorealista, con la quale anche noi pensammo allora di poter addirittura “incidere sulle cose”

VALCELLINA: La strada della luce

Questa pubblicazione parte proprio dai lumini di ricordi, da brevi testimonianze in forma di racconto di chi ha vissuto quella strada, e dall’irrequieta, cangiante, sostanza della luce fissata in emozionanti fotografie che aiutano a ricomporre un piccolo universo perduto e, in fondo, una geografia dell’anima. Attraverso le immagini e le parole vorremmo socchiudere i cancelli di queste memorie, portare un bicchiere di “acqua azzurra” del Cellina o qualche scorcio di straordinaria quotidianità della forra a chi, allora, non c’era.
Domani, chissà, la vecchia strada della Valcellina risorgerà forse a nuova vita. Sarà, come si dice ormai da molti anni, un percorso turistico ciclopedonale. Intanto qualcosa si sta muovendo, a ogni ritorno dell’estate. Il Trenino della Valcellina ricomincia il suo giro, con il suo sussurro ondeggiante.

Con i suoi tratti aerei e le sue gallerie scavate nella roccia, con le sue possenti sporgenze di sostegno sospese sul vuoto, la vecchia strada nella Forra del Cellina è stata dal 1906 al 1992 il più breve e rapido collegamento carrozzabile tra la pianura friulana e la Valcellina.

MANIAGO, Storie Fatte a Mano

Sono approdato a Maniago nel 1980.
Conoscevo abbastanza la realtà della lavorazione del legno praticata in Valcellina: poco o niente il mondo artigiano dei Fabbri. Maniago era per me un paese nuovo, anche se solo a mezz’ora di strada da Claut.
M’incuriosivano e mi affascinavano vecchi cataloghi di coltelli ancora dipinti a mano.
Mi appassionava l’idea d’esplorare quel mondo fabbrile che, a Maniago, si respirava dentro e fuori le officine.
Quella voce nell’aria ispirò la mia scelta di dedicarmi alla fotografia industriale.
Arrivando da fuori, avevo captato un bisogno: restituire, attraverso la comunicazione, quel patrimonio di conoscenza e di umanità che mi aveva colpito entrando nelle fabbriche… La prima e più grande emozione me l’ha regalata il colore: quel  “grigio-ruggine” degli oggetti appesi ai muri e intriso nei cassetti a ridosso delle pareti. Poi le luci, certe luci di taglio che entravano dalle finestre come lampi di fulmine. E ancora le mani sporche di olio degli artigiani che, con un’abilità sorprendente, modellavano ferri, acciai e legni grezzi, fino a farli diventare oggetti magnifici, utili per il lavoro di altri uomini.

TERREMOTO: 6 maggio1976

Non farti illusioni. Non ritornerà più come prima. Il Friuli (non so: quello migliore, quello peggiore) cambierà perchè un tremendo scrollore di 57 secondi interminabili lo ha espulso da un dormiveglia plurisecolare e perchè i giorni, i mesi, gli anni di una ricostruzione soprattutto morale lo stringeranno in una morsa dalla quale non potrà sottrarsi. Partivi, emigrante, e lo conservavi nel cuore, nella mente, negli oggetti cari infilati a forza nella tua valigia, questo tuo paese. Tornavi per ritrovarlo intatto: con le sue case di sassi bianchi, le sue strade tortuose, il suo verde; con le sue usanze, le sue aspirazioni, la sua rabbia sopita; con la sua gente troppo vecchia e troppo giovane. Dì la verità, e volte ti seccava vederlo cambiato questo tuo deprecato e amato paese. Era l’affetto che ti faceva pensare così…Il passato è macerie. Il presente è la tenda. Il futuro? Non farti illusioni. Non sei un superuomo. Non sei diverso dagli altri. Solo, hai più forza d’animo nel resistere alle avversità della vita. Puoi reagire facendo leva sul lavoro. Ma il lavoro è qui. Non fuggire ancora. Rimani a costruire il tuo futuro, perché, ricorda, sarà comunque diverso. 

Via Ruggero Grava, 13
3380 – Claut

Sede: Via Venezia, 27
33085 – Maniago

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