CONSIGLI AI GIOVANI FOTOGRAFI EMERGENTI

Ai giovani fotografi emergenti, alcuni fotografi della Magnum Photos, la più prestigiosa agenzia fotografica del mondo, in occasione della celebrazione del 70° anniversario, consigliano:

David Alan Harvey

“ Devi avere qualcosa da ‘dire’. Devi essere brutalmente onesto con te stesso al riguardo. Pensa a storia, politica, scienza, letteratura, musica, film e antropologia. Che influenza ha una disciplina su un’altra? Che cosa spinge gli umani? Oggi, dato che chiunque è in grado di scattare facilmente fotografie tecnicamente perfette con un cellulare, devi essere un autore. È tutta questione di essere autori, autori e autori. Molti giovani fotografi vengono da me e mi dicono che la loro motivazione per essere un fotografo è di ‘viaggiare per il mondo’ o di ‘farsi un nome’. Risposte sbagliate secondo me. Quelle sono conseguenze o, forse, anche svantaggi dell’essere un fotografo. Senza avere idee, pensieri, sentimenti tangibili e qualcosa di quasi letterario per contribuire alla discussione, il fotografo di oggi è in balia degli stereotipi creati dalla società dell’apparenza.

La fotografia è diventata chiaramente un linguaggio.

E come per qualsiasi lingua, sapere come scrivere una frase grammaticalmente corretta è, naturalmente, necessario. Ma, più importante ancora, i fotografi emergenti del giorno d’oggi devono essere bravi scrittori visivi, con una didattica chiara. Sii un poeta, non uno scrittore tecnico. Forse, messa più semplicemente, trova un progetto personale che ti stia a cuore. Datti l’incarico che nei tuoi sogni qualcuno ti darebbe. Ricordati, solamente tu crei il tuo destino. Credici, conoscilo, raccontalo.

Mikhael Subotzky

“Attieniti a un progetto per molto tempo. E continua a lavorarci attraverso molti stadi di apprendimento, anche se può sembrare finito. È l’unico modo di trovare il punto di svolta in quelle che io penso siano alcune lezioni fondamentali che devono essere apprese sulla narrazione e su come combinare le immagini.”

Jonas Bendiksen

“ Buttati da una scogliera, figurativamente parlando. La fotografia è una lingua. Pensa al modo in cui vuoi usarla per parlare. Che cosa ti interessa? Che domande vuoi porre? Poi lanciati, e buttati a parlare di quell’argomento, usando la fotografia. Fanne un corpus.”

Sohrab Hura

“ Commetti i tuoi errori. Devi avere la tua esperienza e nessun altro può realmente dirti cosa fotografare.”

Questi consigli, li pubblico perché sono, in sintesi, il contenuto degli argomenti che sviluppo in questo blog e, prossimamente, in un libro diviso per capitoli, in funzione di ogni singolo argomento che riguarda la fotografia: la conoscenza del linguaggio visivo, la visione (cosa vedi quando guardi), la teoria della percezione, l’inquadratura con dei riferimenti con il cinema e la composizione, messi in relazione con  un percorso di crescita personale per superare quelli , che vedrai, sono i limiti del nostro modo di guardare, sui quali argomento parecchio con molti esempi fotografici per una maggior chiarezza, sapendo che parlo a fotografi. E’ una novità assoluta: spero di aver fatto un buon lavoro, soprattutto di essere riuscito a colmare una lacuna che ritengo essenziale la formazione di un fotografo. È la raccolta, faticosa ma illuminante, del mio percorso di trentacinque anni di fotografia professionale, artistica e di crescita personale. Il titolo è Fotografia Eretica. Eretico in greco significa SCELTA ed è proprio, in ragione di una scelta che decidi cosa GUARDARE per diventare AUTORE delle tue foto (non un attore che recita un copione scritto dagli altri).

Siate eretici

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