Guardare sembra un’operazione semplice ma questo non significa che sua facile. Guardare è un atto che richiede decisioni: ogni volta che guardi qualcosa o qualcuno decidi l’ampiezza dell’orizzonte del tuo sguardo. C’è chi andando per strada guarda anche il cielo, altri guardano solo i semafori perché hanno deciso così. La nostra mente è il risultato della stratificazione di tutti gli insegnamenti e i condizionamenti ricevuti, dall’infanzia all'età adulta. Questo materiale "modella" il nostro io a immagine e somiglianza di ciò che serve alla civiltà in cui siamo nati. Noi però non siamo solo questo piccolo io: quell’attore che recita ogni giorno la parte di un copione scritto da altri: siamo molto di più; puoi essere tu l'autore e il regista di quell’attore. Di conseguenza, quando punti la tua macchina fotografica verso qualcosa o qualcuno, cosa guardi? con quale parte di te? Ti sei mai chiesto quali sono i limiti del tuo modo di guardare? Quello che vedi o che credi di vedere corrisponde a quello che sei? ai tuoi valori più profondi? Lo so che è difficile dare delle risposte perché ogni giorno facciamo le stesse cose, vittime degli stessi automatismi. Ma ti assicuro che il Saperlo è la prima presa di coscienza contro il limite più grosso che impedisce la tua crescita personale e, nel nostro caso, di fotografo.