La Bellezza è dentro di te, se impari a guardare la vedi nelle cose e nelle persone.
Una sera di febbraio del 2019 (precovid) in un chiosco, ritrovo di artisti, chiamato Barak..inn, nei pressi di Maniago, ce stata una festa dopo una camminata notturna.
Qualcuno, con esperienza di boscaiolo, aveva preparato 4 ceppi di lego tagliati ad arte, all’interno dei quali è stato acceso il fuoco per illuminare e creare l’emozione ancestrale di raccolta attorno al fuoco.
Il legno bruciava lentamente, scaldava e illuminava.
Qualche giorno dopo, mentre facevo la mia solita corsa settimanale, ho notato che i ceppi (quello che era rimasto) erano stati spostati e ammassati uno vicino all’altro.
Due giorni dopo, durante un’altra corsa verso il tramonto, notai che il sole illuminava il gruppetto dei ceppi in controluce. È bastato un attimo: mi incuriosì talmente tanto che mi avvicinai per dare un’occhiata più da vicino. Notai che il sole in controluce, a quell’ora del tramonto, abbassandomi a circa 50 cm da terra, penetrava con i suoi raggi proprio tra i resti del primo ceppo a sinistra. Folgorazione. Mi ha subito evocato Stonhenge e la bellezza di un mistero.
Decisi di aspettare un bel tramonto che, dalle nostre parti è piuttosto frequente e di fare qualche foto.
Dopo circa una settimana, verso sera, vedendo le nuvole che iniziavano a colorarsi, presi il cavalletto e il 24/70 Canon. Qualche minuto ed ero li. Mi posizionai dove avevo già verificato e aspettai un quarto d’ora circa. L’ora era la stessa, quello che mi preoccupava era solo il fatto che il sole non venisse coperto dalle nuvole: ma per fortuna andò bene.
Il risultato finale della foto è quello che vedete. In postprodizione ho fatto solo qualche pulizia in primo piano e ho accentuato il rosso e la forza del cielo perchè , nella ripresa, non avevo usato alcun filtro graduato.
Una volta stampata la foto mi accorsi che, quei ceppi bruciati, oltre ad evocarmi Stonhenge, sembravano due gruppi di persone, con un bambino (a sinistra) che discutevano serenamente tra di loro nella quiete della sera.
Non la considero un’opera d’arte ma un po’ metafisica si. È una foto intensa che esalta la bellezza di un tramonto, come fanno tantissime belle foto, ma qui c’è qualcosa di più, qualcosa di trascendente che, guardando attentamente, ti porta altrove, almeno così è successo a me e accende una connessione con qualcosa che siamo ma non conosciamo.
Secondo te questa foto sarebbe esistita se non ci fosse qualcosa dentro di noi che vede la bellezza o che è connesso con il mistero dell’universo?
Forse è necessario un pò di esercizio ma ciò che serve è superare i limiti mentali che condizionano il modo di guardare in modo da vedere con l’anima non con le nozioni che ci sono state installate.
L’arte è un’annunciazione, è il tentativo (come direbbe James Hillman) di incarnare la vocazione dell’anima.
[…] Una vocazione può essere rimandata, elusa, a tratti perduta di vista. Oppure può possederci totalmente. Non importa: alla fine verrà fuori. Il daimon non ci abbandona. Si è cercato per secoli il termine più appropriato per indicare questo tipo di “vocazione”, o chiamata. I latini parlavano del nostro genius, i greci del nostro daimon e i cristiani dell’angelo custode.”
Tratto da “James Hillman, il cammino del fare anima e dell’ecologia profonda” di Selene Calloni Williams, ed. Mediterranee.
Siate eretici
© Ruggero Lorenzi
Ob. 40 mm Canon – f/2,8 – 1/30 – ISO 1600
Ob. 28 mm Canon – f/4 – 1/30 – ISO 100