"Nella vita non fare mai quello che fanno gli altri". Gurdjieff

Fotografia Eretica

Vedere per la prima volta

Quando fotografi ti sei mai chiesto quali sono i limiti dell’orizzonte del tuo sguardo?

gli altri, chiusi nella loro gabbia mentale, sono pronti a giudicare gli eretici: chi sceglie di pensare con la propria testa.

Imparare a Vedere è un percorso fondamentale per il/la fotografo/a. L’ho raccolto in un manuale fotografico unico, dettagliato e con molti esempi fotografici in modo tale che quello che scrivo è confermato da quello che vedi. Nel blog trovi articoli nei quali tratto questi argomenti, mentre il manuale, diviso per capitoli, è un percorso fotografico completo ma anche di cresita interiore: dall’uso creativo dei codici linguistici (diaframma, tempo e ottiche), al processo della visione e della percezione (Gestalt) e alla scelta e costruzione di un’inquadratura. Nessun corso, che io sappia, lo ha mai fatto.

Nel nostro processo evolutivo, COME guardi e COSA VEDI ha un’importanza fondamentale nella percezione della realtà e nella conoscenza del mondo. L’occhio (il nostro più importante organo di senso) e la percezione della forma (la funzione psichica che attribuisce un significato alle cose) sono due funzioni naturali, ad eccezione della mente che, invece, sa solo ciò che ha appreso dal sistema nel quale viviamo. La mente, si sa, è il prodotto del sistema sociale, culturale e religioso nel quale vivi: ragione per cui, per esempio, tu e anch’io non pensiamo come gli abitanti di uno stato arabo o africano.

Immagino che hai già intuito perché la cosa si complica, non tanto per l’occhio, la cui funzione è solo biologica (tutt’al più puoi aver bisogno degli occhiali), quanto per il nostro cervello, nel quale la funzione della mente è sottoposta a così tanti condizionamenti sociali e morali che limitano il tuo modo di guardare e vedere la realtà e i fatti con i quali entri in rapporto.

Se non conosci come funziona il processo della percezione e l’attribuzione di un significato alle cose, come dice Gurdijeff: fai quello che fanno gli altri.

Siate eretici

Non basta aver deciso cosa fotografare, quello che ti distingue come fotografo è il tuo modo di guardare e di vedere: in altre parole la tua teoria della vita.

L’arte non ha regole, scelta la tecnica, la cosa importante è la comunicazione interiore con te stesso senza paura di toglierti i veli e guardarti dentro. L’arte è guarigione.

F.V.G. L’uomo e il suo rapporto con una natura severa e generosa. Sono nati dal mio coinvolgimento emotivo e dal desiderio di raccontare questo speciale rapporto.

Il modo migliore per crescere è essere insoddisfatti delle proprie fotografie.

Dopo aver appreso a sufficienza la tecnica e l’uso della fotocamera, il pericolo che corri da Fotoamatore, è di fermarti ad uno stadio intermedio senza progredire: capita che salti da un corso all’altro con l’illusione di cambiare, ma, in realtà, cambiano solo le tecniche.

È lo stadio in cui applichi la composizione, che hai imparato ad usare la sfocatura e le ottiche, ma non sei soddisfatto delle tue foto, tranne qualche scatto, perché soggetti, inquadrature e ciò che hai appreso sono lo specchio di quello che fanno gli altri.

L’insoddisfazione però, può diventare il carburante ideale per saltare ad uno stadio superiore, nel quale, quello che guardi e come lo fotografi è quello che vedi tu e solo tu.

Il segreto è che questo ristagno è solo un limite della mente, non delle tue potenzialità o del tuo talento: quello che i linguisti e la psicologia moderna chiamano “il limite dell’orizzonte del nostro sguardo”.

Guardiamo e vediamo solo ciò che ci è stato insegnato e quello che fanno gli altri senza rendercene conto. Questo rimane un limite fino a quando l’insoddisfazione, se veramente vuoi fare qualcosa con la fotografia, non raggiunge una tale sofferenza che ti da la scossa per cercare, dentro di te, chi sei e cosa vuoi veramente.

Negli articoli del Blog e, prossimamente, nel Manuale di Fotografia Eretica capirai cos’è e come usare il linguaggio visivo, come funziona il processo della visione e della percezione della realtà, cosa significa inquadrare, la composizione e la retorica pubblicitaria.

Siate eretici

 L’intento, unico nel suo genere, di questo blog e, prossimamente, di un Manuale: “Fotografia Eretica” è di fornirti una consapevole padronanza del linguaggio fotografico e dell’inquadratura, cioè come guardare, per passare da ATTORE, che fai quello che dicono gli altri, ad AUTORE che fai quello che decidi tu.

Cosa fotografare dipende da te, come fotografare è lo stesso percorso di uno scrittore: cosa scrivere lo decidi tu ma come scrivere, a cosa dare importanza, come evidenziare i dettagli lo devi imparare studiando e facendo esperienza.

Guardare sembra un’operazione semplice ma è un atto che richiede decisioni.  La tua mente, quello che sai di essere, è il risultato della stratificazione di tutti gli insegnamenti e i condizionamenti ricevuti dall’infanzia all’età adulta. Questo “hard brain” di nozioni e condizionamenti sociali è diventato un pensiero unico, cioè tutti guardano e fotografano le stesse cose.

Tu però non sei solo questo/a: l’attore o l’attrice che recita ogni giorno la parte di un copione scritto da altri: sei molto di più; puoi essere tu l’autore e il/la regista delle tue foto.  

Siate eretici

https://ruggerolorenzi.it/fotografia-eretica/
Rapimento-di-Persefone-copia-2

CREAZIONI

“Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia.” Carl Gustav Jung

In questi lavori di fotografia sono partito sempre dalla materia, da ciò che esiste attorno a me: ad esempio una scacchiera (foto accanto) trasfigurando la regina bianca nel mito di Persefone che viene rapita da Ade , il sovrano degli inferi.

Altre volte mi hanno attratto cose abbandonate, non più utili: particolari di forme che mi suscitavano un’emozione o mi evocavano fantasmi personali.

Altre volte ancora, dal semplice accostamento sincronico o casuale di forme contrastanti e perciò significanti di un conflitto e di una ricerca identitaria.

Farsi carico dell’anima è semplice, basta ascoltarla, ma non è facile: bisogna staccarsi (almeno in parte) dalla “confort zone” quotidiana, dalle piccole abitudini, dai condizionamenti e dalle illusioni dei media.

Ne hai un vero bisogno solo quando ti accorgi che stai vivendo in un sistema che non soddisfa i bisogni dell’anima, ma che sei prigioniero degli stereotipi di massa: cioè fai quello che fanno gli altri.

Siate eretici

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33085 – Maniago

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