Eretico è chi non si accontenta dei saperi degli altri, chi cerca, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa. Eretico significa fare una scelta.
La fotografia, da un po’ di anni, sta attraversando una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche della storia: dalla camera oscura, all’intelligenza artificiale che può creare qualsiasi immagine. Come in ogni grande cambiamento, non sono ancora chiare le possibilità, mentre, invece, è più chiaro il pericolo che la fotografia (e anche l’arte) vadano verso un appiattimento generale stile IKEA (qualcosa che soddisfa tutti) piuttosto che verso una fotografia d’autore.
Oggi molti fotoamatori sentono il bisogno di esprimersi, vogliono comprendere il linguaggio visivo e conoscere il percorso per imparare a guardare e a inquadrare in modo da esprimere le proprie sensazioni ma non trovano scuole di riferimento fuori dal coro, perciò non gli rimane che arrangiarsi con il rischio di adeguarsi ai modelli visivi dominanti, esattamente come molti giovani, delle ultime generazioni, si sono inconsapevolmente adeguati agli stereotipi sociali del consumismo: al modo di vestire, di parlare, di agire, di divertirsi e, come dice Charles Bukowski, anche di scopare.
Roland Barthes scrive: “quello che facciamo, oggi, passa attraverso l’immagine: non si è felici se non coincide con l’immagine”.
Da un ventennio, ci hanno programmati a guardare, a vedere e fare quello che guardano, vedono e fanno gli altri: ma chi sono questi altri? per quale motivo ci conformiamo ai modelli di comportamento che ci vengono proposti dai media, dal cinema e dalla TV?
per paura di non essere come gli altri? per paura della solitudine?
Chiediti: è meglio perdere quelle abitudini che ti condizionano o perdere te stesso/a?
Non sarà facile considerare certe abitudini, che ti sembrano piacevoli, come un tradimento di te stesso/a. Se vuoi essere una persona libera non hai altra scelta. Dopo sarai tu a piacerti senza bisogno dell’approvazione degli altri.
Il blog www.fotografiaeretica.it, in questo senso, è una scelta eretica. È il mio contributo alla crescita personale e fotografica per contrastare la diffusione del fenomeno di omologazione del linguaggio visivo e verbale che sta causando un generale appiattimento delle immagini e del pensiero.
Inoltre, dal 2020 al 2024 ho creato un manuale di fotografia eretica il cui scopo è multiplo: aiutarti a liberare lo sguardo, a tradurre la realtà con il linguaggio della fotografia, a capire il fenomeno della Percezione e l’importanza dell’inquadratura. La missione generale del blog e di renderti consapevole dei limiti dello sguardo e dei condizionamenti della mente per liberare la tua più autentica natura per fare foto che siano d’autore
Due foto di esempio per chiarire il concetto di stereotipo (o luogo comune) e foto d’autore:
Nella prima non c’è né interpretazione personale del/la fotografo/a, né della modella. La fotografia inquadra e cattura uno stereotipo quotidiano con un linguaggio convenzionale che esalta l’apparenza (uno stereotipo estetico), non uno stato d’animo o un’emozione.
Nella seconda c’è una ricerca espressiva personale. Un tentativo di esprimere una sensazione percepita, durante l’esperienza sul set e vissuta con la modella in quel preciso momento.
Non ha schemi di riferimento visivo convenzionali come la prima che è solo apparenza. La sua forza sta nella percezione di qualcosa di invisibile che arriva all’osservatore: un turbamento, una emozione, una domanda o una riflessione.
“Chi vede oltre ciò che appare è l’anima del fotografo”.
Siate eretici
