“L’OCCHIO PERCEPISCE E PARLA, la bocca è muta e l’orecchio è sordo”
Goethe
L’occhio è il nostro più importante organo di senso che ha contribuito all’evoluzione dell’uomo: dalla creazione degli utensili di lavoro, fino alla realizzazione di uno strumento capace di imitarne il funzionamento, capace di scrutare l’universo e registrare un’immagine: nasce il cannocchiale, il telescopio e l’apparecchio fotografico…a sua immagine e somiglianza.
Mentre la fotocamera registra le informazioni che arrivano dall’esterno su un supporto inerte chiamato sensore o pellicola, in grado solo di restituirci delle stampe, l’occhio trasmette le informazioni in impulsi elettrici che dalla retina arrivano al cervello, il quale elabora un significato.
Entriamo nel vivo del fenomeno complesso della Percezione Visiva.å
È evidente l’alternanza tra L’IMMAGINE, ovvero il mondo esterno che tramite l’occhio si IMPRIME dentro di noi e L’IMMAGINARIO ovvero il mondo interiore che, tramite l’occhio, si ESPRIME fuori di noi.
Con questa frase di Goethe e la successiva Teoria della Percezione (Gestalt 1920 ca), si conferma la grande importanza del “PENSIERO VISIVO”, ovvero della percezione in quanto strumento di conoscenza, fino a prima dominio assoluto del linguaggio verbale (parole e concetti).
L’influenza di questa teoria si manifesta immediatamente nel mondo dell’arte e dell’architettura.
La pittura dei primi anni del ‘900 sarà caratterizzata e dominata da due grandi correnti artistiche L’IMPRESSIONISMO E L’ESPRESSIONISMO:
la prima è impegnata nell’osservazione diretta della realtà esterna: nello studio, nella riproduzione della luce, del colore, del movimento, dello spazio, della materia;
la seconda è impegnata invece nell’ascolto della realtà interiore dell’uomo: nella visualizzazione degli stati d’animo, delle sensazioni, dei sentimenti o della sofferenza personale, sociale e ambientale che caratterizzano, in modo sempre più marcato, la vita dell’uomo nella civiltà moderna.
Cioè che tu dipinga o che fotografi una strada d’autunno, impressionismo (Monet) o un uomo che urla la sua disperazione interiore, espressionismo (Munch), l’opera è il risultato della tua visione interiore solo che uno trasfigura la realtà esterna (impressionismo) e l’altro quella interiore (espressionismo).
La consapevolezza di questo processo, ti aiuta a scegliere quale sia la forma espressiva che più ti è congeniale, se osservare la realtà esterna, diventare cioè un fotografo di paesaggi, di fiori, di fauna, di architetture ed esprimere la tua sensibilità e la tua visione, oppure se guardare la realtà interiore e cercare di trovare la forma per poter esprimere e comunicare la gioia, la sofferenza psicologica o le condizioni sociali dell’uomo, oppure puoi fare entrambe le cose stando attento a quello che ha scritto Jung
Nel suo lungo lavoro di psicologo e terapeuta C. G. Jung dice:
“chi guarda fuori s’illude, chi guarda dentro si sveglia”.
Jung ti sta dicendo: una volta che hai fatto la tua scelta del genere che preferisci se guardi fuori e ti fermi all’apparenza delle cose sei vittima delle illusioni, mentre se ti guardi dentro e conosci te stesso TI SVEGLI cioè non fai quello che fanno gli altri.
Siate eretici