L’EGEMONIA DEI LINGUAGGI

I linguaggi per mezzo dei quali l’essere umano comunica con il resto del mondo sono due: quello verbale che utilizza la parola e la scrittura e quello visivo che utilizza l’immagine e i segni grafici.
È come se avessimo due cervelli: la MENTE (linguaggio verbale) che si esprime per concetti acquisiti dagli altri e la PERCEZIONE (linguaggio visivo) che si esprime per sensazioni personali.
Le sensazioni sono il radar naturale dell’evoluzione dell’uomo e dipendono dall’Old Brain.
“Le sensazioni sono vere, mentre le parole sono sempre più vuote.
Tu con la sensazione sai di più di quello che puoi dire.
Chiediti: di cosa sa una pesca? Tu sai benissimo di cosa sa una pesca ma non puoi dirlo”. Igor Sibaldi

 La stessa cosa vale nella comunicazione quotidiana. Il linguaggio verbale ha bisogno d’una buona conoscenza delle parole per contrastare quello che oggi chiamano “analfabetismo funzionale”, cioè l’incapacità di comprendere, usare e farsi coinvolgere dai testi scritti e dalle relazioni.
Il linguaggio non è solo un modo per comunicare tra esseri umani, ma anche e, soprattutto, tra te e te: il grado di comunicazione interiore determina molte tue decisioni della vita.

A proposito, guarda come google definisce il linguaggio:
Quanto all’uomo, il linguaggio è la facoltà che gli permette di esprimere, attraverso una varietà di canali (soprattutto il linguaggio verbale), i significati che è in grado di elaborare”.
Il linguaggio visivo, in questa definizione, non viene neppure nominato, si presume rientri in chissà quali altri canali: ma andiamo avanti.

Come vedi, l’egemonia della conoscenza è ancora subordinata al linguaggio verbale-concettuale ed è il motivo per cui ho scelto di fare il fotografo.
Il linguaggio verbale è composto da lingua + parola. La lingua è il codice che devi conoscere per poter capire le parole. Per esempio: la poesia di Puskin (Ti  Amai)  ha bisogno della conoscenza del codice della lingua Russa per elaborare il significato delle sue parole, mentre un’immagine, che esprime lo stesso sentimento, è immediata e universale.
L’immagine di un atto d’amore si capisce in Europa, in America, così come in Sud Africa e in Asia. Fa parte dell’inconscio collettivo del genere umano (un archetipo).

TI AMAILinguaggio verbale, titolo poesia: Ti Amai        Linguaggio visivo nessun titolo

Tra quelli che usano il linguaggio verbale, esistono poeti e scrittori, in ogni continente, che hanno lasciato dei grandi capolavori di alto valore artistico e culturale, ma, in ogni caso, per interpretare il loro messaggio, devi conoscere il codice della lingua, la storia del poeta e la cultura del luogo dove ha vissuto.

Questo significa che la parola (come segno linguistico) è una creazione dell’uomo, fa parte della sua evoluzione, diversa per ogni civiltà esistente.
La Percezione invece è intelligenza naturale: cioè una conoscenza iscritta nel DNA o, come dice Jung, un archetipo: cioè un immagine che ha assunto la forza di un istinto. Se vedi un orso scappi non perché ti è stato insegnato ma perché la paura, verso quell’animale è istintiva non apprendimento verbale.

A CONFERMA DLLE LONTANE ORIGINI DELLE IMMAGINI

La fotografia è molto giovane, circa 180 anni. La parola circa 8.000 e le immagini 40.000.

“40.000 anni fa, l’uomo primitivo per trasmettere un’emozione o un desiderio, iniziò ad esprimersi graficamente graffiando, incidendo o dipingendo sulle rocce.
Con tale atto il pensiero, espresso fino ad allora solo con suoni gutturali e gesti, divenne comunicazione per immagini resistente nel tempo”.
Forma e Segno dell’alfabeto e del simbolo – di  Alfred  Hohenegger- ed 1977- Romana Libri.

I primo anni del ‘900 un contributo fondamentale al linguaggio visivo, lo ha dato la nascita della Gestalt che contribuì a far annoverare la teoria della Percezione della Forma e della Psicologia della Forma, al pari della conoscenza verbale-concettuale.

Ma ad una condizione: bisogna imparare a guardare le cose come se fossero le uniche cose al mondo. C’è bisogno di fotografi eretici per ridare dignità individuale alla fotografia, in controtendenza agli stereotipi visivi e all’omologazione.

Siate eretici

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